Scuola di alpinismo Gian Piero Motti

ROCCA LA MEJA 2831m (traversata)

Accesso: Cuneo, Dronero, Val Maira fino a Marmore poi a sin. per Canosio

Località di partenza: Preit di Canosio 1540 m

Giudizio di Luca, febbr.98: Ottima gita: impegnativa, completa, pregevole sotto il profilo alpinistico e paesaggistico, un po' meno sotto quello sciistico. Emozionanti la cengia e il canalino, aereo l'arrivo in vetta da cui il panorama è grandioso; i paesaggi sono molto vari: interessanti gli ampi valloni della Margherina e della Valletta. Discesa sciistica un po' breve dato il sudore versato: molto divertente e non banale fino alle grange della Valletta, poi si segue quasi sempre la strada per sfogarsi con le ultime curve sopra Preit: ma il vallone è bello ed è dolce lasciarsi portare dagli sci ...

 

Relazione Luca-Sergio, febbr.98 (traversata): da Preit 1540m si segue per un tratto la strada di fondovalle che sale a Servino; quindi, in prossimità delle Grange Pratolungo 1666, si attraversa il torrente su un ponticello (cartelli) e si sale con pendenza più decisa, in un rado bosco di larici, fino alle grange Culausa 1910 (1 h.) Si continua quindi a salire in direzione sud-est, su terreno più aperto, al cospetto della parete occidentale della Meja, raggiungendo in breve il colletto q.2150, visibile già dal basso, sulla destra (30'). Si imbocca quindi l'ampio vallone della Margherina, quasi un altipiano; si costeggiano le pendici meridionali della Meja, prendendo gradualmente quota con un lungo traverso, senza salire troppo. In breve si arriva in vista dell'attacco della evidentissima cengia; si sale con gli sci fino a quando la pendenza lo consente, tenendo presente che al ritorno occorrerà comunque scendere di qualche decina di metri, senza togliere le pelli, per la risalita al colletto 2550. Noi abbiamo tolto gli sci a quota 2450-2470, una cinquantina di metri più in basso dell'attacco vero e proprio della cengia (1 h. ca. dal colletto); si sarebbe potuto proseguire per una cinquantina di metri, ma il terreno sarebbe diventato molto più scomodo per la sosta. La cengia è abbastanza ripida ma mai difficile, anche se diventa progressivamente più esposta e una scivolata, per quanto improbabile, sarebbe sicuramente fatale. A q.2650-2700, si raggiunge il filo di cresta. Si imbocca quindi un canalino nevoso ripidissimo (almeno 50°) e stretto (non più di 3-4 metri); raggiunto un esile colletto nevoso, con breve ma esposta traversata si imbocca un ultimo, breve canalino (più o meno della stessa pendenza). Facili roccette sulla destra, o un brevissimo tratto di cresta nevoso sulla sinistra, conducono infine alla aerea vetta, sormontata da una grossa croce (libro di vetta) (1h20'ca. dall'attacco). Per la sosta rituale, ci si può accomodare abbastanza comodi sulle roccette circostanti; attenzione alle cornici sul versante nord (Preit). Panorama ovviamente grandioso data la posizione isolata e l'altezza preminente.

Ritornati agli sci, si deve scendere di qualche decina di metri per poi traversare in direzione dapprima est, poi nord, verso il colletto q.2550, visibile dall'attacco della cresta, posto sul lato sinistro (nord) del vallone di Margherina, e contraddistinto da un grosso cippo. Da non confondere con il più ampio colle d'Ancoccia 2533, posto più a sud (destra). Dal colletto, si scende in un canale, inizialmente stretto e ripido (max.35-40°), poi più ampio e facile. Con bella discesa si giunge a una conca a q.2400, al fondo della quale sorge una baita isolata. Per evitare di spingere conviene arrivare fino alla baita per poi scendere nel boschetto lungo la massima pendenza, giungendo al di là del torrente (coperto di neve) alle suggestive (legna, costruzioni rimodernate) grange della Valletta 2070 (visibili dal boschetto ma non dalla conca sovrastante). Una alternativa è tenersi alti sopra la baita, traversando sulla sinistra per scendere poi in un valloncello all'estrema sinistra del vallone, aggirando così i salti di roccia sopra le grange; sulla destra della baita isolata, invece, non si passa per la presenza di un profondo canalone. Dalle grange, l'unica possibilità è imboccare la stradina che conduce a fondovalle; per un bel tratto, non sono possibili grandi "tagli"; passato il torrente, la strada diventa più battuta e meno ripida, e si possono fare correre gli sci senza remore. Giunti in vista del vallone del Preit, si può invece tagliare per i prati; arrivati a un grosso gruppo di baite, si abbandona la strada che continua a sinistra in piano, tagliando decisamente verso il fondovalle; attraversato un primo rigagnolo (assi) e un secondo torrentello (tronchi) si spinge per qualche metro per imboccare la strada che scende a Preit.

Variante: si puo' anche fare la discesa ripercorrendo l'itinerario di salita (sconsigliato, gran parte della discesa è di puro scorrimento).

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